Il Ministro Patuanelli sull’agricoltura biodinamica

Come ho detto davanti a diverse platee e lo dico nuovamente qui: non è che perché uno è il premio Nobel per la fisica può dissertare di tutto quello che vuole da un piedistallo. Perché può parlare sicuramente con una maggior consapevolezza della materia per cui ha preso il premio Nobel, ma sicuramente io da ingegnere posso fare un trattato sul momento torcente in una trave, esattamente come gli agricoltori possono dirci molto meglio di chiunque altro che cos’è il biodinamico. Ma dico di più: se esistesse un’associazione di produttori che fa biologico e che decide di andare tutti vestiti di rosso in campagna e di fare il marchio “bio rosso”, quel marchio sarebbe biologico tanto quanto quello di chi ci va con il vestito di un altro colore e non è che devo discriminare perché hanno fatto una scelta. E in questo caso non sto parlando di questo, perché chiedo trovatemi in un trattato ad esempio di vinificazione biodinamica qualcosa che non abbia una forte attinenza scientifica con le sane pratiche della terra, che sono quelle che ci tramandiamo da centinaia d’anni. Ditemi cosa c’è qua dentro di esoterico? Non c’è nulla. Per cui è stato un dibattito forzato, forzoso, scorretto, in cui dico serenamente che i media hanno avuto una parte che non ha certamente aiutato, perché c’è stato un momento in cui non si poteva parlare e replicare e lo dico da ministro della Repubblica italiano. Noi abbiamo fatto il possibile, dopodiché ad un certo punto ci siamo trovati a decidere se abbandonare la legge o chiedere un sacrificio agli agricoltori biodinamici, ma su questo io sono disposto a tornare e a confrontarmi con chiunque, in qualsiasi sede, per spiegare le ragioni della bontà di quel percorso legislativo che doveva tenere dentro anche il biodinamico.