Ogni anno i genitori condividono online una media di 300 foto riguardanti i propri figli e prima del quinto compleanno ne hanno già condivise quasi 1.000. Il 14% delle mamme condivide su Internet l’ecografia del pancione e entro i primi 2 anni di vita del figlio il70% dei genitori ha già raccontato al web gli elementi salienti della crescita.
Questi gli ultimi dati di un importante studio italiano pubblicato su Journal of Pediatrics dell’European Pediatrics Association.
Si chiama sharenting ed è l’abitudine a divulgare online contenuti, come foto, video o altre informazioni che riguardano i propri bambini.
Oltre alla pedofilia e alla condivisione di dati sensibili, dobbiamo pensare al futuro che farà quella foto o quel video: i nostri figli da più grandi come minimo le vivranno come imbarazzanti e, per alcuni di questi, le vecchie foto potranno diventare motivo di prese in giro da parte dei compagni o di veri e propri fenomeni di cyberbullismo. Non c’è alternativa l’unica soluzione è smettere di postare foto e video dei nostri figli nei social e creare maggiore consapevolezza digitale.
(Nota Stampa G. Lavenia – Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo)