Con la biodinamica insieme alla terra coltiviamo altre due volte: le nostre conoscenze e i nostri sentimenti

Incontro con Pasquale Falzarano, fondatore di Agrilatina e tra i più stimati conoscitori dell’agricoltura biodinamica
29 Dicembre 2021

Ci sono incontri che ti cambiano la vita.

Quelli con una persona, con un libro, con una parola. O perché no, con uno sguardo, un sorriso, un suono.

Ogni giorno può essere un giorno nuovo.

E poi c’è la natura. Quel rapporto forte che nasce da dentro con la terra, gli animali, il sole, la luna, le stelle, i pianeti, le piante.

La risonanza speciale che tutti proviamo di fronte al mare, dentro un bosco o sopra la vetta di una montagna.

Un incontro può cambiarti la vita. O più semplicemente può far fiorire un seme che hai dentro.

La storia di Pasquale Falzarano è piena di incontri speciali.

E l’incontro con Pasquale Falzarano è sicuramente speciale.

 

Terzo di sette figli, bravo studente, Pasquale Falzarano conosce presto la sua passione per l’agricoltura.

Fin da bambino finita la scuola aiutava il papà nei campi. Un lavoro duro, necessario in tempi difficili, ma anche una grande occasione che l’ha segnato per sempre.

Tanto che, da studente di sociologia, decise di lasciare l’università per avviare un’attività agricola propria.

Sono i tempi dei figli dei fiori, degli anni Settanta, delle rivoluzioni. E anche Pasquale si ribella al padre, scegliendo di coltivare con metodo convenzionale e tecnologicamente avanzato.

Ma le cose all’inizio non vanno nel verso giusto. Le difficoltà, anche economiche, sono veramente tante.

Finché, con caparbietà, approfondisce così bene il suo lavoro da diventare uno dei consulenti più quotati della provincia di Latina, bravissimo venditore di attrezzature agricole e rimedi chimici per combattere ogni tipo di malattia della pianta.

I risultati dell’attività negli anni migliorano sempre più. Tanto da proporre a fratelli e cugini di unirsi a lui per fondare una nuova realtà agricola.

Nel 1985 nasce Agrilatina.

 

Ma qualcosa a Pasquale da qualche anno non risuonava più.

“Vedevo che i prodotti che erano stati efficaci per i primi 2-3 anni, non lo erano più, per l’assuefazione delle molecole degli organismi da debellare. Ma vedevo anche che la nostra produzione non migliorava”.

Fu un momento di crisi personale e professionale.

“Casualmente entrai in contatto con dei piccoli libri che parlavano di macerati, compostaggio, rimedi naturali. Lentamente cominciai a pensare che c’era qualcosa di sbagliato nel metodo di coltivazione che stavamo usando”.

E gradualmente avvenne la conversione al biologico. “Partimmo prima da interventi preventivi con pesticidi (ogni settimana), passando poi alla lotta integrale (solo in caso di necessità), poi alla lotta biologica integrata, per arrivare a quella biologica e infine al biologico puro”.

Siamo a fine 1987.

“Quando ci convertimmo al biologico in Italia non c’erano né mercato né una conoscenza tecnica. Ma oggi questa conoscenza c’è”.

Il primo maestro di Pasquale Falzarano fu il professor Francesco Garofalo, docente di fitoiatria dell’Università di Torino e fondatore dell’Associazione Suolo e Salute, che credeva in un’agricoltura in grado di produrre alimenti sani nel rispetto e salvaguardia dell’agroecosistema, mantenendo la fertilità del terreno e preservando le falde acquifere dall’inquinamento.

In quei tempi si faceva già grande uso di diserbanti, fungicidi e insetticidi e l’associazione rappresentava la prima voce in Italia a promuovere l’agricoltura biologica come modello alternativo all’agricoltura convenzionale.

“Questo indirizzo si sposava con i miei ideali di ragazzo. Avevo scelto sociologia proprio perché volevo fare qualcosa di utile.

Il bagaglio tecnico acquisito fino a quel momento mi servì molto per fare una scelta consapevole e attenta alla salute delle piante, della terra e dell’uomo.

Man mano che approfondisci non puoi che innamorarti!

La conoscenza si sposa con la pratica. In quegli anni in Agrilatina abbiamo fatto più di 1.000 prove all’anno, perché solo così era possibile trovare le soluzioni reali per migliorare la produzione dell’azienda.

Basti considerare che su 1.000 prove effettuate solo 4-5 si rivelavano significative”.

Il percorso non fu affatto facile.

“Le difficoltà che incontrammo inizialmente furono tante. Non avevamo ancora l’esperienza adatta e il mercato non era maturo”.

Finché arrivò un cliente tedesco che credette in loro e che, garantendo un’ottima programmazione annuale, diede ad Agrilatina maggiori possibilità di andare avanti.

 

Ma il percorso di trasformazione non era ancora compiuto.

Nel 1993 un altro incontro, forse il più importante: Alex Podolinsky segnò indelebilmente la sua vita.

Nato nel 1925, Podolinsky è ancora oggi tra le figure più rilevanti e influenti nella biodinamica mondiale.

“Alex era in Europa per un giro di conferenze e visite nelle aziende. Quell’anno aveva previsto anche una tappa in Italia. Diretto al Circeo per smaltire il fuso orario passò davanti alla nostra azienda e decise di fermarsi qualche ora per conoscere da vicino il nostro modo di lavorare. Rimase con noi tutta la giornata! Ci rivolse tante critiche, che io accettai perché ne riconobbi subito la competenza.

Quella visita rimase un lampo che ci colpì.

Decisi allora di andare in Australia, per vedere con i miei occhi se le meraviglie che ci aveva descritto erano davvero realtà. Pensai, o è un grande o è un attore.

Podolinsky ci portò in giro per l’Australia per tutta la settimana, senza risparmiarsi mai e senza aver nulla da venderci. Il suo altruismo dimostra la sua grandezza e conferma il valore della biodinamica.

Prima visitammo le aziende e poi ci chiudemmo due giorni a casa sua per una full immersion tecnica. Conoscemmo anche la dinamizzazione con le sue macchine e la cristallizzazione sensibile.

Tornati in Italia non avevamo più dubbi: convertimmo Agrilatina da azienda biologica ad azienda biodinamica”.

Ma non furono solo le conoscenze tecniche e la grande sapienza di Podolinsky a segnare Pasquale Falzarano.

“Capii che si può fare agricoltura essendo un esempio. Che è possibile coltivare prodotti che possono fare bene alle persone, alla terra e agli animali. Che è giusto con una mano ricevere e con l’altra dare”.

Da allora Falzarano segue le orme del maestro, promuovendo gratuitamente (con corsi, conferenze, incontri, visite) la biodinamica e i suoi prodotti.

“Podolinsky dà grandi impulsi, poi devi essere tu a sviluppare le tue capacità e il tuo amore.

Ho iniziato subito un grande lavoro sui sovesci, che in pochi anni ci ha dato buoni risultati.

Nei sei anni di coltivazione biologica la fertilità del terreno si era mantenuta stabile. Ed era già un ottimo risultato, considerando che con l’agricoltura convenzionale diminuisce.

Ma con il metodo biodinamico in sei anni abbiamo constatato un enorme miglioramento.

Sono migliorati i prodotti, l’apprezzamento dei mercati esteri, la conoscenza del mercato locale.

Ancora oggi cerchiamo sempre più di migliorarci.

La biodinamica ti fa evolvere molto a livello tecnico ma anche nei sentimenti, nel rapporto con ciò che c’è intorno a te.

È come se mi avesse aiutato a far germogliare i semi che tutti hanno dentro di sé.

Non ho mai smesso di fare prove, mi sono sempre più evoluto”.

 

Da allora Agrilatina è cresciuta sempre di più. Dal 2014 opera ai confini dell’affascinante lago di Fogliano, a Latina, nel Parco Nazionale del Circeo.

Esporta l’80% dei suoi prodotti all’estero, in particolare in Germania e in Olanda, ma comincia a farsi apprezzare sempre di più anche dal mercato italiano.

“Da noi è più difficile perché le persone non conoscono ancora abbastanza l’agricoltura biodinamica e perché i prodotti biologici e biodinamici sono spesso venduti a prezzi troppo alti. Il mercato però in quest’ultimo periodo si è allargato molto, anche grazie alla nostra politica sociale di vendita in azienda a km 0”.

Più consumatori scelgono prodotti provenienti da agricoltura biodinamica, più il mercato può crescere e può crescere il numero di aziende biodinamiche o la loro capacità produttiva.

“Sono molto contento e soddisfatto di aver fatto una scelta in modo consapevole, rispettando le origini familiari e i miei ideali, lavorando, senza presunzione e con umiltà, per la salute delle persone, delle piante, degli animali e della Terra.

Perché la Terra ci ospita, noi non siamo proprietari di niente, anzi abbiamo dei doveri verso coloro che verranno.

Dobbiamo essere amorevoli verso la Terra lasciandola come l’abbiamo ricevuta o addirittura migliorandola.

Negli scorsi anni lo sviluppo industriale ed economico ha cambiato tanto l’ambiente, ma oggi abbiamo una presa di coscienza in vari ambiti e possiamo lavorare in maniera più amorevole e rispettosa, portando avanti risultati migliori.

Con la biodinamica insieme alla terra coltiviamo altre due volte: le nostre conoscenze e i nostri sentimenti!”

Scegliere l’agricoltura biodinamica significa scegliere consapevolmente di stare bene noi e far stare bene la terra e i suoi tanti abitanti.

“È un percorso in continuo miglioramento.

Con tanti sacrifici, i risultati vengono dai tanti sbagli che si fanno.

I risultati positivi danno forza, ma ci vuole molta dedizione, capacità di cuore, di impegno e di positività.

Il sorriso ti apre tante porte in te stesso e con gli altri.

Solo così possiamo essere tanti punti luce e più punti luce rischiarano il buio”.

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