Dai giardini una cura al mal di vivere: il libro di Andrea Mati

Tutto il potere curativo della natura nell'intervista a cura di Donatella Vassallo per Vivere Naturale
18 Maggio 2022
andrea mati

Cercare in un giardino un approdo dai marosi della vita è un gesto istintivo per molti di noi. Respirare tra le piante, osservarne le sfumature di colori, coglierne gli odori offre un immediato beneficio ai nostri sensi. C’è chi è partito da questa semplice constatazione per compiere un passaggio ulteriore e costruirci attorno un progetto di vita, da poco sintetizzato in un libro: è il caso di Andrea Mati, nato in una famiglia di vivaisti e autore di “Salvarsi con il verde. La rivoluzione del metro quadro vegetale” (Giunti editore).

Salvarsi con il verde cover

“All’età di 25 anni ho avuto due esperienze che mi hanno cambiato la vita” – ci racconta in quest’intervista-. “La prima è stata quella di curare il verde della comunità di San Patrignano, la seconda quella di svolgere il servizio civile in una comunità di recupero. Successivamente ho curato il verde della comunità “Incontro” di Terni. Da queste esperienze sono nate due cooperative che ho fondato: una dedicata alla cura di soggetti affetti da dipendenze, soggetti psichiatrici e, recentemente, soggetti affetti da sindrome dello spettro autistico; l’altra che si occupa di reinserire nella società soggetti con problematiche legate alla tossico-dipendenza attraverso il mestiere di giardiniere”.

Cos’è l’ortoterapia e in quali situazioni può essere impiegata? 

“L’ortoterapia è una cura integrativa alla medicina tradizionale che si svolge con personale specializzato, ovvero con ortoterapeuti, all’interno di spazi verdi studiati con medici specialisti dove la disposizione delle piante e la scelta delle stesse offre risultati straordinari a livello preventivo e curativo per patologie e disturbi della personalità di varia natura”.

Con quali strutture collabora oggi la sua cooperativa sociale di Pistoia e quale prassi seguite? 

“La nostra cooperativa sociale Puccini-Conversini collabora con il servizio recupero dipendenze, con il centro di igiene mentale, con alcune delle più importanti comunità di recupero per soggetti affetti da dipendenze in Italia e con centri che accolgono soggetti affetti dal disturbo dello spettro autistico”.

Nel suo libro fa più volte riferimento allo psicoanalista James Hillman. A un certo punto, riporta anche lo stralcio di una sua intervista del 1997: “Se c’è un’anima del mondo, e noi ne facciamo parte, allora ciò che accade nell’anima esterna accade anche a me… E io avverto l’estinzione delle piante, degli animali, delle culture, dei linguaggi, dei costumi, delle storie. Stanno tutti scomparendo. Per forza la mia anima prova un sentimento di perdita. Di solitudine, di isolamento, di lutto e di nostalgia. È il riflesso in me di una condizione di fatto. E se non mi sento depresso, allora sì che sono pazzo”. Se ha ragione Hillman, quale salvezza è possibile?

foto giardino autismo
Giardino per la cura dell’autismo

“I miei studi, il mio lavoro, il mio continuo confronto con i medici mi hanno portato a ritenere che tutto ciò che può riportare il genere umano a una profonda ri-connessione con la natura sia una delle principali strade per risolvere i mali del secolo. La necessità di prendersi cura del proprio benessere psicofisico e di instaurare una equilibrata relazione con la natura assume ancor più valore dopo le esperienze che stiamo passando. Non è più solo una questione di sostenibilità ma di riappropriarsi di un rapporto con gli elementi della natura per recuperare una dimensione umana che i tanti device con cui siamo costantemente connessi tendono a necrotizzare”.

I suoi progetti di giardino terapeutico sono in molti casi di natura sperimentale, non essendoci al momento una solida letteratura scientifica a sostegno delle vostre esperienze. Vede questo come un limite o come una sfida?

foto giardino per sindrome down
Giardino per la cura della sindrome di down

“Da 30 anni svolgo una sperimentazione con operatori, psicologi, psichiatri e medici nel settore della cura integrativa con il verde, pertanto posso affermare di avere un’esperienza importante e pragmatica. Al momento, stiamo svolgendo una serie di ricerche con soggetti affetti dalla malattia di Alzheimer, disturbo dello spettro autistico, da dipendenze, e da alcuni disturbi psichiatrici che ci hanno portato a risultati di straordinario interesse. Il gruppo MATI 1909 ha sviluppato unramo di azienda dedicato alla sola progettazione e realizzazione di giardini terapeutici, spazi studiati in ogni minimo dettaglio e destinati a persone affette da deficit cognitivi, giardini in grado di essere un valido aiuto alla medicina tradizionale nel percorso di cura e riabilitazione. In questi anni, abbiamo realizzato diversi giardini terapeutici in Rsa o in aziende ospedaliere per alleviare le sofferenze di persone affette da Alzheimer o malattie depressive e, nel 2019, abbiamo realizzato un progetto di ricerca finanziato dalla Regione Toscana presso la Rsa Argia di Figline Valdarno per la realizzazione di un ambiente interno ed esterno di un padiglione Alzheimer finalizzato alla sperimentazione di terapie non farmacologiche. Queste tipologie di giardino, progettati in base alle metodologie di cura adottate da ogni direzione sanitaria, sono calibrate sulle esigenze degli utenti e sugli obiettivi terapeutici da ricercare. Sempre più evidenze scientifiche ne rilevano i benefici sull’esito clinico dei percorsi di riabilitazione cognitiva e fisiologica, il ruolo nella riduzione del carico farmacologico sul paziente e nel miglioramento della qualità dell’assistenza con i caregiver e i familiari”.

Tra le storie raccontate nel libro, ce n’è una che le è rimasta particolarmente nel cuore? Vuole riportarcela brevemente?

“Tutte le esperienze che cito nel libro sono realmente accadute e sono degli esempi che rappresentano molte altre storie simili. Ogni storia che racconto nel mio libro ha per me lo stesso valore curativo ed emozionale”.

Cosa si augura per il futuro dei suoi progetti?  

“Mi auguro che, a livello preventivo, molti giovani e, a livello curativo, persone di ogni età sperimentino sempre di più il valore della ri-connessione con la natura attraverso esperienze dirette e concrete, nello stesso modo in cui io ho potuto mettere in pratica il mio concetto di cura che unisce in un percorso parallelo pianta malata e persona malata. Mi auguro che questo approccio possa svilupparsi sempre di più per aiutare a migliorare l’esistenza di moltissimi casi che quotidianamente mi trovo ad affrontare”.

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Intervista a cura di: Donatella Vassallo

Siti di riferimento:

www.giardiniterapeutici.com

www.giardinimati1909.it

www.mati1909.it

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Insegnamenti di Consapevolezza - Roberta Busatto
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