8 luglio: Giornata internazionale del Mar Mediterraneo

Il Mar Mediterraneo è uno scrigno di biodiversità marina, pur avendo, infatti, una superficie di circa l’1% di tutti gli oceani, ospita oltre 12 mila specie marine, tra il 4 e il 12% della biodiversità marina mondiale
7 Luglio 2023

L’8 luglio si celebra la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo, istituita nel 2014 per aumentare la consapevolezza sullo stato di salute del Mare Nostrum e sui pericoli che lo minacciano.

Il Mar Mediterraneo è uno scrigno di biodiversità marina, pur avendo, infatti, una superficie di circa l’1% di tutti gli oceani, ospita oltre 12 mila specie marine, tra il 4 e il 12% della biodiversità marina mondiale.

“Le risorse marine – continua Botti – sono spesso considerate infinite, ma non è sempre così. Tra le cause di un calo della biodiversità marina vi è senza dubbio l’impatto crescente delle attività umane. Per questo Ambiente Mare Italia promuove progetti di monitoraggio e intervento ambientale grazie ai suoi volontari, cittadini scienziati che adeguatamente formati operano come “Sentinelle del Mare”.”

Uno dei fenomeni più preoccupanti lungo la costa del Mar Mediterraneo, oggetto anche del monitoraggio delle sentinelle di AMI, è lo spiaggiamento di animali marini pelagici, i casi riguardano perlopiù i cetacei.

Ambiente Mare Italia ha osservato l’andamento dei casi di spiaggiamenti di cetacei sulle coste italiane degli ultimi tre anni (2020/2022), analizzando i numeri condivisi dalla Banca Dati Spiaggiamenti, gestita dal Cibra dell’Università degli Studi di Pavia e dal Museo di Storia Naturale di Milano.

Tra il 2020 e il 2022 sono stati rinvenuti sulle spiagge di molte regioni italiane 575 cetacei di diverse specie, in particolare delfini (Stenella coeruleoalba, Delphinus delphis o Tursiops truncatus).

Le regioni maggiormente coinvolte in questo triste fenomeno sono la Sicilia e la Toscana, che, in 3 anni, contano un numero di casi di spiaggiamenti pari rispettivamente a 108 e 104. In Sicilia, soltanto nel 2021 sono stati registrati 37 spiaggiamenti, molti dei quali sono causati secondo gli studiosi dalla pesca industriale, tipologia di pesca maggiormente praticata in questa regione.

Anche sulle coste della Toscana si sono verificati molti casi di spiaggiamenti.

L’area rientra nel Santuario dei Cetacei, zona ricca di biodiversità che ospita un elevato numero di mammiferi marini e altri grandi pelagici. In Toscana, nel 2022, in confronto al 2020 e al 2021, il numero dei casi di spiaggiamenti è diminuito notevolmente, passando da una media di circa 40 spiaggiamenti annui a circa 15 nel 2022. Un ottimo risultato raggiunto anche grazie alla presenza dell’Osservatorio Toscano Cetacei, impegnato nello sviluppo di un sistema di controllo più efficace nello studio della biodiversità del luogo, della qualità del mare e di tutela delle specie marine che popolano le coste di questa regione.

“La lieve flessione di spiaggiamenti registrata nel 2022 fa ben sperare e rappresenta un segnale positivo in controtendenza – commenta Botti – ma l’attenzione deve restare alta. I cetacei spiaggiati sono indicatori di problemi più ampi che affliggono l’ecosistema marino. Il mare è la chiave per uno sviluppo culturale ed economico della nostra Italia, ma deve essere tutelato e valorizzato”.

Infatti, mentre le indagini sono ancora in corso per determinare le cause specifiche di questi spiaggiamenti, gli scienziati considerano diversi fattori come possibili contribuenti.

LE CAUSE

Uno di questi fattori è sicuramente l’inquinamento da plastica. Secondo i dati dell’ultimo report dell’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN) il Mare Nostrum è uno dei mari più inquinati della Terra con 1.178.000 tonnellate di plastica accumulata e il 7% delle microplastiche. Ogni anno si accumulano nel Mediterraneo circa 229 mila tonnellate di plastica, principalmente a causa della cattiva gestione del ciclo dei rifiuti sulla terra ferma, equivalenti a più di 500 container al giorno. I cetacei possono facilmente ingerire plastica o essere esposti a livelli pericolosi di inquinanti.

Un’altra causa è l’interferenza umana. Le attività antropiche come la pesca intensiva, il traffico marittimo e l’esplorazione sismica possono causare stress e disturbi ai cetacei. Il rumore generato dalle imbarcazioni e le tecnologie sismiche possono interferire con la loro comunicazione e orientamento, portandoli a spiaggiarsi accidentalmente.

Un altro elemento da considerare è rappresentato dai cambiamenti ambientali. Variazioni della temperatura dell’acqua possono infatti influenzare il comportamento di queste creature, spingendole a spostarsi in acque meno familiari e potenzialmente pericolose.

AMI ricorda che da quest’anno è attivo il numero #SOSami +39 3510338623 grazie al quale i cittadini che vivono il mare, in estate e non solo, potranno segnalare direttamente ai nostri operatori la presenza di rifiuti in mare, macchie di idrocarburi e l’avvistamento di specie marine”.

“Quale migliore occasione – aggiunge Botti – se non quella di accompagnare i nostri viaggi estivi con una maggiore consapevolezza dell’ambiente che ci circonda”.

Chi siamo

Ambiente Mare Italia – AMI è un’Associazione di promozione sociale nata dall’entusiasmo e dalla voglia di impegnarsi di tanti cittadini, pronti a mettersi in gioco al fine di far conoscere, tutelare e valorizzare l’ambiente e il patrimonio artistico-culturale del nostro Paese. AMI opera con l’obiettivo di trasmettere attraverso il diretto intervento ambientale, l’informazione e la formazione, i valori di un vivere e operare secondo i principi di sostenibilità, di una economia circolare ed eco-compatibile.

AMI nasce anche dalla professionalità, competenza ed entusiasmo di tanti ricercatori, giuristi, imprenditori, economisti, tutti convinti che sia arrivato il momento di coordinare le forze e unire le conoscenze per realizzare progetti di tutela ecologica.

Scopri di più su www.ambientemareitalia.org – www.liberamidallaplastica.it

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