I preparati sono il cuore dell’agricoltura biodinamica

Intervista a Carlo Noro
29 Dicembre 2021

Per capire meglio le caratteristiche e le funzioni dei preparati biodinamici, abbiamo intervistato Carlo Noro, uno dei più autorevoli esperti della materia e appassionato agricoltore.

Produttore da tanti anni dei preparati che fornisce agli coltivatori di tutta Italia, è anche organizzatore di seminari di approfondimento attraverso la sua Associazione Culturale “Professione Biodinamica”.

 

Perché i preparati biodinamici sono così importanti?

I preparati sono il cuore dell’agricoltura biodinamica.

Se di qualità e fatti da persone esperte, possono davvero contribuire all’incremento della fertilità del terreno e garantire un raccolto buono e ricco.

Per curare le malattie della pianta, l’agricoltura usa veleni di sintesi.

I preparati, nell’agricoltura biodinamica, invece sono le vere medicine del terreno.

In generale, meno un agricoltore tratta il terreno e meno lo dovrà trattare nel tempo. Meno interviene sulla pianta e più la pianta sarà sana e ricca di sostanze nutritive. Alex Podolinsky in questo è stato il mio grande maestro.

 

In che modo si può garantire la qualità e l’efficacia dei preparati?

La biodinamica funziona ma se la si fa ad altissimo livello.

Per i preparati, mi attengo alla ricetta di Steiner, utilizzandone 1 Kg per ettaro.

Altri invece hanno scelto di utilizzarne di meno, ma questo penso che sia un rischio se si vuole dare alla terra i giusti impulsi.

Il terreno su cui ho avviato la mia attività all’inizio era un grosso problema per me.

Era molto inquinato e poco fertile.

Ma grazie all’utilizzo dei preparati ho avuto grandissimi risultati, crescenti di anno in anno.

Fin dall’inizio non ho mai dato niente alle piante, lavorando sulla prevenzione.

Non è difficile, perché è la natura che interviene da sola se ha un problema.

Con la mia esperienza, ho visto che il prodotto agricolo, con l’utilizzo dei preparati, migliora.

La sostanza organica aumenta sempre, ma questo non necessariamente vuol dire più qualità. La qualità della sostanza organica è data da un buon letame, un buon sovescio e un buon preparato che guida tutti i processi.

Senza preparati puoi fare un buon biologico, con la biodinamica invece la qualità aumenta sempre.

 

Da cosa parte un agricoltore biodinamico?

Steiner ci ha dato un grande insegnamento: il mondo vegetale è l’archetipo dell’evoluzione dell’umanità. È dall’osservazione che deve scaturire la conoscenza. È con l’osservazione che entri dentro le piante e impari a conoscerle. Per lavorare bene bisogna studiare ogni aspetto, compresi gli insetti.

Nella foglia si trova l’intestino delle piante. Bisogna partire dalle caratteristiche di ogni pianta.

Ad esempio, se dai un infuso di ortica alla pianta, devi sapere che quella pianta non è geneticamente pronta ad accoglierlo e potrebbe risentirne. Perché non è naturalmente abituata a “mangiare” l’infuso di ortica.

Così come bisogna considerare che il letame non è buono per concimare il terreno e lo è solo quello che i microbi hanno mangiato del letame.

La natura non è organizzata per digerire una montagna di letame. Basta vedere quello che succede con gli escrementi degli animali.

Su questo concetto si fonda il preparato 500, che serve per entrare nel microbiota dell’intestino del terreno e riuscire a regolarlo. Esattamente come avviene con il cibo nell’uomo.

Quando prevale un batterio o un insetto, vuol dire che non c’è un equilibrio nell’ecosistema e allora bisogna lavorare sul terreno.

 

In che modo agiscono i preparati biodinamici?

Il preparato guida tutti i processi microbiologici del terreno.

L’humus non è la sostanza organica ma il contesto in cui la sostanza organica è stata demolita dai microbi del terreno. È da questo contesto humico che la pianta prende le sostanze nutritive.

Il preparato 500 cornoletame guida questi processi, dando altre colonie batteriche in aggiunta a quelle del terreno.

È sostanzialmente un aiuto naturale alla natura!

Il 501 cornosilice, invece, agisce sulla qualità della luce.

La foglia attraverso gli stomi fotosintetizza, prende idrogeno, carbonio, zolfo e luce. Il preparato guida il percorso di quello che la foglia incamera.

Gli altri preparati (502-503-504-505-506-507) vanno nel cumulo e guidano l’elaborazione della sostanza organica.

 

Quando si preparano e quando si danno i preparati?

Il cristallo di quarzo per fare il cornosilice si interra in estate.

Il letame per il cornoletame si interra in inverno.

I preparati si possono dare tutto l’anno a seconda della situazione del terreno.

Sicuramente il cornoletame si dà quando la terra è pronta per riceverlo e il cornosilice quando ci sono le foglie e si aziona il processo della fotosintesi.

 

Su quali terreni si può scegliere di seguire il metodo biodinamico?

Ovunque, in qualsiasi parte del mondo e su qualsiasi terreno, che con l’agricoltura biodinamica può risanarsi e arricchirsi.

L’importante è rispettare le leggi biologiche della terra, ancora in parte sconosciute. Dobbiamo curare la terra, non deturparla come abbiamo fatto per oltre 50 anni applicando l’agronomia convenzionale.

Nel 1924 Rudolf Steiner ci ha donato un nuovo impulso per sostituire il metodo agricolo chimico, che allora si stava affermando e ci ha dato gli strumenti per comprendere e intervenire, rispettando la sapienza e i meccanismi della natura che esistono da milioni di anni. Questi strumenti esistono oggi nel metodo agricolo Biodinamico.

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