Sembra ancora di sentire il fruscio delle vesti di chi la abitò ed il rumore delle armature pesanti portate con passo lento da uomini pronti allo scontro. E poi il rumore dei boccali pieni di vino nell’incontro del brindisi, la tavola abbondante, ma anche il silenzio che l’ha avvolta per 700 anni, fermando nel tempo e nello spazio la Rocca di Arignano, a 20 km da Torino.
Da giugno 2021 è tornata a vivere, dopo un restauro durato sei anni e che ha visto l’architetto Massimo Raschiatore lavorare duramente con la supervisione della Soprintendenza Archeologica per non tradire il passato e per consegnarlo ad un presente capace di poterla apprezzare. Tutto questo grazie alla tenacia dei proprietari Luca Veronelli (proveniente da una famiglia di imprenditori, consulente aziendale, appassionato di giornalismo e di teatro) ed Elsa Panini (biologa per formazione e cuoca per passione) che da sempre condividono un desiderio comune: vivere e lavorare a contatto con la natura, in un contesto che abbia quel gusto di vissuto che dona a tutto un sapore diverso: “Il nostro è un vero e proprio progetto di vita, più che di lavoro, che mi ha permesso di apprezzare ancora di più il valore della bellezza e delle cose fatte bene e con amore. È un sogno che si realizza, fatto di amore e mattoni vecchi di mille anni, benessere e cibo”.
La Rocca, dunque, punto di riferimento per tutto il territorio, data la sua configurazione e la sua posizione dominante rispetto al paese, raro esempio di architettura gotica militare nell’area del Monferrato, è diventato da alcuni mesi un luogo in cui soggiornare, ma anche ritrovare se stessi, partecipare ad escursioni e anche ad un percorso sensoriale, un cammino che prende origine alla base del pendio su cui si erge il Castello.
Si tratta di un percorso fatto di suoni, di colori e di profumi che culmina in cima alla terrazza panoramica. Durante la passeggiata, la Rocca si presenta in punta di piedi tra le fronde degli alberi. Ed è solo quando si raggiunge il Giardino dei Semplici – un giardino medievale dove ogni specie botanica è stata messa a dimora sia con scopi didattici che gastronomici e dove svetta l’imponente Cedro del Libano che da trecento anni si contende il primato in altezza con il torrione principale – che si percepisce la grandezza della struttura. Il percorso prosegue poi all’interno, dove lo scalone che collega tutti i livelli, conduce fino alla passeggiata dei bastioni, per concludersi poi con l’estasi finale della grande terrazza panoramica, dove tutto sembra inchinarsi alla maestosità della Rocca. Da qui il punto di vista sul paesaggio è unico, e incanta per l’abbraccio che la natura riserva agli ospiti.
La Rocca, infatti, che ha un’area benessere, una Scuola di Cucina, un Orto curato da Paolo Gilardi, un ragazzo dell’’87 che colpisce per il suo metodo innovativo ma in armonia con l’ecosistema, oltre che una carta del Ristorante firmata dallo chef 1 Stella Michelin di Guido Ristorante, Ugo Alciati, rappresenta l’inizio ideale di molteplici sentieri da affrontare a piedi, in mountain bike o a cavallo: si trova ai confini tra la provincia di Torino e quella di Asti, a 5 km da Castelnuovo Don Bosco, Terra di Vini e di Santi; a 11 km dalla Basilica di Superga e a 26 km dall’Aeroporto di Torino, la città che tra pochi mesi ospiterà l’Eurovision 2022.
A rendere ancora più ricca l’offerta la mostra “Arte è donna”, organizzata dall’Associazione CuBiAr – Cultura e Biblioteca di Arignano e dedicata alle artiste donne dell’area metropolitana torinese e in particolare del chierese che, inaugurata il 4 marzo, rimarrà aperta fino al 13 nella Locanda della Rocca.