“Destinazione viaggio. Per cambiare vita e trovare se stessi”: Ilaria Cazziol ci racconta la sua scelta di solo andata verso il benessere

Esce il 23 gennaio per Rizzoli il libro scritto dalla content writer, nomade digitale che, dal 2017, con il compagno e da sola, vive in viaggio, adattando il lavoro e gli equilibri di coppia a ciò che scopre di sé ogni giorno
12 Gennaio 2024
DSC 7669

di Angela Iantosca

Siamo fiumi che scorrono in alvei che costruiamo noi stessi. In cerca di qualcosa o forse semplicemente con gli occhi aperti (o chiusi) su ciò che accade, i segnali, le emozioni interne, quei movimenti spesso impercettibili e che spesso mettiamo a tacere perché cambiare tutto sarebbe troppo faticoso.

Quante volte abbiamo detto “ok, lo faccio” e poi non abbiamo mosso quel primo passo, il più faticoso, il più impegnativo, quello che ci strappa alle certezze, alla zona di confort?

Ilaria Cazziol quel primo passo, invece, lo ha compiuto, nel 2017 quando con il compagno, Marco Mignano, ha deciso di dare ascolto alla voce interiore che diceva loro di partire. Per un viaggio di sola andata che poi è diventato un ritorno pieno di nuove partenze!

unnamed

Ma andiamo per gradi. E cominciamo dalla pubblicazione del libro “Destinazione Viaggio” edito da Rizzoli che sarà in libreria il 23 gennaio.

Un libro che, partendo dalla sua esperienza personale, esplora le sfide e le opportunità della vita itinerante, affronta le paure che ci trattengono dal metterci in moto, spiega come prepararsi alla partenza, come gestire le finanze e come lavorare da nomadi digitali. Un viaggio tanto fisico quanto interiore, che celebra il minimalismo, la libertà e la scoperta di sé e del mondo. 

“Una versione aggiornata, approfondita e con esercizi proposti ai lettori di un testo che avevo elaborato tempo fa e che avevo messo sul mio blog, ma che ora è totalmente cambiato!”, mi dice Ilaria che, in questo momento, si trova in Italia a godersi la montagna, tra un viaggio e l’altro.

Ma chi è Ilaria Cazziol?

“Sono una nomade digitale. Una che quando si è licenziata ha fatto scoprire ad un collega – come lui stesso ha dichiarato sull’ex Twitter – cosa fosse una nomade digitale e che si potesse lavorare da remoto coltivando la passione per lo spostamento. Sono fondatrice del progetto Viaggiosoloandata.it, insieme a Marco, collaboro con alcune testate online e son creatrice di contenuti, una content writer”.

DSC02772 2 2

Perché la scelta di cambiare tutto nel 2017?

“Di questo parlo molto nel libro nel quale dedico molto spazio al processo che ci ha portato a questa decisione. Il processo di organizzazione è durato circa un anno, intendo dall’ok lo facciamo alla partenza, ma il percorso in realtà è molto più lungo. Già dopo l’Università e le diverse esperienze lavorative avevamo capito che ci piaceva lavorare viaggiando e che eravamo pronti a sperimentare. Indubbiamente nel 2017 il mondo era un altro rispetto ad oggi: ora è più facile parlare di nomadismo digitale e lavorare da remoto. Tuttavia abbiamo procrastinato la partenza a causa di una serie di motivi: alcuni piuttosto validi, alcune sono state delle vere e proprie sfortune. Ma, ad un certo punto, abbiamo capito che forse tutto ciò che stava capitando stava mettendo alla prova la nostra determinazione. Quindi, quando mia nonna si è rotta il femore, è stata mia madre a dire: “Ma che vuoi restare a fare la badante? Parti!”.

cappadocia 114

Ma spesso le difficoltà arrivano per farci comprendere davvero quanto desideriamo qualcosa.

“Queste difficoltà sono la prova del conquistatore, per far capire quanto davvero si vuole cambiare vita. Il nostro modo di fare, come esseri umani, di solito va a rinforzare le nostre paure. Ricordo che in quel periodo c’era stato un attentato a San Pietroburgo e io, che dovevo andare a Mosca, ho subito pensato “ecco un segno che non devo partire!”. Ma poi abbiamo ridimensionato e abbiamo compreso quanto sia importante smantellare le paure, i blocchi che in realtà non esistono, come non esisterà mai il momento giusto, perfetto per fare una cosa”.

DSC 6310Norway290816

Che Ilaria hai scoperto?

“Viaggiando ho scoperto nuovi lati di me. E anche di noi come coppia, perché viaggiare insieme mette molto alla prova. Più di tutto ho scoperto la mia forza, la mia capacità di superare le mie difficoltà, di affrontare le paure, di essermi ritrovata più forte dall’altra parte. Ho scoperto che è sempre tutto molto più semplice di quello che sembra. Soprattutto se esci dalla strada maestra. Nella strada principale, nelle indicazioni standard che ci hanno dato alla nascita ci sono tutti a combattere per gli stessi obiettivi. C’è una gran coda, insomma! A fare le cose alternative, invece, si sceglie una strada più libera. E il fatto stesso di averci provato, il fatto stesso di aver messo in moto il meccanismo fa accadere cose. L’unica certezza per non far accadere le cose è non farle. È ciò che mi ha impattato di più: ho acquisito la consapevolezza dell’importanza del non auto-sabotarmi prima di vedere che qualcosa è possibile”.

DSC 1656

Perché viaggiare in coppia è difficile?

“Stare 24 ore al giorno con il compagno non è semplice e poi il viaggio non è una vacanza. Non ci sono soldi infiniti e il tempo non è limitato. In un viaggio solo andata la posta in gioco è molto più alta e anche lo stress. Il tema più sottile è quello del compromesso: se viaggi in coppia, come per qualsiasi cosa, ci sono compromessi da raggiungere, perché non è detto che l’altro sia come te. E questa è una cosa normale, ma a volte ti poni di fronte al tema della quantità di compromessi da accettare. Noi abbiamo deciso di viaggiare molto anche da soli e mi piace. E quello che ho scoperto è che quando sono sola, svanisce il compromesso, mi trovo di fronte ad una tavola bianca da colorare con i miei desideri ed è bellissimo riempirla, soprattutto per noi donne. Il viaggio è davvero uno strumento di cambiamento incredibile! Non siamo abituate a farlo, a domandarci cosa desideriamo. E poi viaggiare da sole fa molta più paura, perché quando parti con qualcuno, in qualche modo, c’è la rete di sicurezza. Da sola hai più preoccupazioni da gestire e un maggiore senso di ‘superiorità psicologica’ che conquisti alla fine. Detto questo, quando viaggio da sola, la settimana prima entro in crisi e inizio a trovare mille scuse per dirmi che non devo andare, che sono matta, che mi sto complicando la vita. Poi mi convinco e vado!”.

DSC 7953

Per viaggiare da sola cerchi posti nuovi?

“Io voglio sempre posti nuovi. Anche perché, viaggiando, mi sono resa conto che ci sono sempre posti diversi che voglio esplorare. Più viaggio e più voglio viaggiare!”.

Quale Paese ti è rimasto nel cuore?

“La Mongolia, è un Paese sfidante. Confort bassissimi: il cibo, le persone, i paesaggi sono molto intensi, difficili e belli. Mi ha profondamente colpito. Ma comunque i viaggi che più mi hanno segnata sono quelli fatti da sola: penso a Panama, mi ha dato tante opportunità lavorative e personali di crescita”.

Thai 40

Come si è adattato il lavoro ai vostri viaggi e cambiamenti?

“Una cosa che cerco di raccontare nel libro è che viaggio solo andata e nomadismo digitale sono dinamici. Via via ci si orienta. Inizialmente ho cominciato a lavorare da remoto mentre viaggiavo: in questo caso il lavoro si adattava al viaggio, cercando di riservarmi più tempo libero possibile. Ma in quel momento ero viaggiatrice solo andata. Tornata a casa, le cose sono un po’ cambiate. Mi sono domandata “cosa sono?”. E la risposta è stata “una squattrinata che non vuole trovare un altro lavoro” (Ride)! Il viaggio successivo che ho fatto alle Canarie è durato un mese: era il 2018 e avevo tanti clienti: non riuscivo a godermi il viaggio, ero sempre a disposizione. Praticamente era come se non fossi in viaggio. Così ho deciso che era necessario trovare un equilibrio. Ma è una ricerca che si rinnova. Anche il lavoro, come la coppia, è in un continuo processo di adattamento legato alla crescita personale e al desiderio di crescita. In tal senso mi impongo di sfruttare le prime ore della giornata per essere poi libera, remando contro una mia tendenza naturale a svegliarmi con calma e a fare più tardi la sera. In questo senso mi aiuta lo yoga, che pratico tutte le mattine al risveglio, e la meditazione che in realtà vorrei fare di più”.

DSC 4790

Come è la tua anima: più di mare o di montagna?

“Sarei più marina. Il mare e l’acqua sono i miei elementi. Il mare è sempre stata la mia passione, ma, a proposito di cambiamenti, mi sto accorgendo che sto diventando montanara. Pensa che come base, in Italia, io e Marco abbiamo scelto un paesino nelle Marche che non è sul mare. E due anni fa abbiamo comprato un Vangabondo – un van che abbiamo personalizzato – pensando che non avremmo più vissuto l’inverno in Italia e poi ci siamo appassionati allo sci. Insomma il viaggio è lo strumento per crescere, cambiare, scoprire”.

Yoga e meditazione: quando sono comparse nella tua vita?

“Non c’erano all’inizio. Sono subentrate nel periodo della pandemia. Noi eravamo bloccati in Australia e in quei giorni ho scoperto lo yoga. Mi piacerebbe meditare di più, ma sicuramente lo yoga è fondamentale: riuscire a integrare questa attività nella nostra vita da girovaghi è prezioso, soprattutto quando passi ore a stare seduto su sedie scomode!”.

DSC 9682

Partire e non tornare o tornare?

“Conosco tante persone, soprattutto nel travel-blogging che sono partiti e non sono più tornati. Ma la regola è sempre la stessa: ognuno deve fare quello che si sente. Io, una volta scoperta la bellezza del viaggio, non ne ho potuto più fare a meno. Ma non nel senso che non voglio più tornare. Anche se rientrare mi pesa, ho compreso che è quando torni che davvero realizzi cosa hai vissuto. Quando sei in viaggio, non hai il tempo di metabolizzare. Il ritorno, quindi, è una parte fondamentale dell’andata”.

Prossimo viaggio?

“Tra marzo e aprile io e Marco andiamo in Patagonia. Da quando abbiamo preso due cani è il primo viaggio lungo che torniamo a fare insieme io e il mio compagno. Ma prima porto una settimana mia mamma in Lapponia, con un viaggio organizzato”.

DSC 9525

Come è cambiata la relazione di coppia?

“In meglio. E poi, soprattutto grazie alla migliore qualità delle nostre vite personali e individuali, sono migliorate le relazioni famigliari, perché stando lontano capisci le cose che ti mancano e apprezzi meglio ciò che hai quando ce l’hai. Tante volte il problema con le relazioni è che diamo per scontate le persone. Con gli amici, l’assenza rende complesso il coltivare la quotidianità. Ma anche in questo caso, si è intensificato il rapporto mentale, insomma ci si vuole bene per affinità elettiva più che per il fatto che stai insieme tutti i giorni. Sicuramente sono relazioni più profonde”.

Gli incontri nei viaggi?

“Sono bellissimi perché si crea una sorta di acceleratore del tempo. In poco tempo reale si formano vincoli forti e questo non è solo una impressione. Alcune di queste relazioni durano, rimani nella mente di quella persona e ci si ritrova altrove. Nell’ultimo viaggio in van abbiamo conosciuto persone interessanti, quasi tutti tedeschi, anche con figli, che fanno questo stile di vita. E questa tipologia di incontri aiuta a capire come ciò che a te sembra strano per tante persone è normale. E poi incontri gente che ciò che fai tu lo ha portato alle estreme conseguenze. Incontrare gli altri ti fa rimettere nella giusta prospettiva un po’ tutta la vita!”.

DSC 6983 HDR
Dizionario del Benessere
Insegnamenti di Consapevolezza - Roberta Busatto
Peace
MIndful Friend

RubricheVedi tutte »

I am in love with Mother Earth
Canali Aperti

Ultime News

Link

 
“Ogni respiro, ogni passo può essere riempito di pace, gioia e serenità. Basta semplicemente essere svegli, essere vivi nel momento presente”.
 
Thich Nhat Hanh