Parco del Mincio: un nuovo allestimento dedicato al lavoro nelle Valli

"Giostra di canéij" è la nuova installazione illuminotecnica
29 Dicembre 2021

INSTALLAZIONE PARCO DEL MINCIO 2 rotated 1Si chiama “Giostra di canéij” ed è la nuova installazione illuminotecnica – evocativa del lavoro di raccolta delle canne palustri nelle Velli del Mincio – che accoglie i visitatori della sede amministrativa dell’ente Parco Regionale del Mincio, in piazza Porta Giulia a Mantova. L’installazione è affiancata da un maxi schermo in cui scorrono i video rappresentativi dell’area protetta e delle opere che l’ente realizza per riqualificare l’ambiente e renderlo fruibile ai visitatori.

“L’installazione è nata dalla necessità di dare luce a questo ambiente che è senza finestre, ed è stata l’occasione per creare un luogo di benvenuto a chi entra nella sede del Parco del Mincio – spiega il Presidente Maurizio Pellizzer -. Si tratta di un allestimento semplice e festoso, che vuole enfatizzare l’identità del Parco, attraverso figure che ne indagano le radici e ne rimarcano le mansioni che non sono solo amministrative, ma altamente simboliche per un’intera comunità”.

Il compito di evocare questo richiamo al territorio è stato affidato all’architetto mantovano Stefano Castagna. “E’ il lavoro che plasma i luoghi del nostro quotidiano e che ne trasforma in ogni momento il paesaggio, su cui il Parco ogni giorno vigila e tutela. Allora si sono cercati nella memoria, proprio con un’operazione di ‘scavo’ nella tradizione di questi luoghi, una serie di oggetti ri-trovati e mai del tutto perduti, che evocassero il lavoro quotidiano del nostro territorio, e che per via induttiva ne rappresentassero appunto l’anima più semplice e vera”.

I materiali scelti sono stati quindi il legno e la canna palustre, e un centro compositivo, un ‘fuoco’ che fosse legato alla memoria dei luoghi. “Cosa meglio di un bartavelloluminoso come la lampada Falkland di Bruno Munari del 1964?  Questo simpatico fantasmino di luce – spiega Castagna – che del tutto somiglia appunto ad una rete da pesca usata nelle Valli del Mincio pende sul centro della pedana e da solo illumina la sala e tutto intorno tanti fasci o mazzi di canne (masoij da canéij), quasi ad abbracciarne e difenderne la fragile presenza  Questi fasci si muovono come danzando nell’aria, appesi ad una cornice tonda che è un altro oggetto tratto dal mondo del lavoro quotidiano del territorio: il setaccio (s’dass) usato per vagliare le granaglie al mercato o le farine in cucina. E i 12 fasci sono appesi come lo erano i salami nelle cantine profumate dei nostri padri, ad asciugare all’aria o come erano i fantastici doni che pendevano dall’Albero della cuccagna”.

“Il progettista – spiega il direttore Cinzia De Simone – ha realizzato una installazione accessibile, nel rispetto delle norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche, che è un omaggio al cuore del Parco: la riserva naturale delle Valli del Mincio. Il resto lo raccontano i video: la bellezza del territorio e le emergenze naturalistiche che lo caratterizzano ma anche le opere realizzate dall’ente e sintetizzate da due time-lapse sulla realizzazione dell’ecotunnel a Sparafucile e sul ponte ciclopedonale a Porto Catena”.

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