FILOlibero: una collezione sostenibile pensata in Italia realizzata in Nepal

Un progetto di Apeiron ODV per rendere autosufficienti le donne di CASANepal
4 Aprile 2023

di Angela Iantosca

Stava per scoppiare la pandemia quando sono stata in Nepal. Era l’ultimo capodanno prima di quel Covid che ha diviso il tempo in a.C. e d.C. Ma non c’è stato niente di profetico in quel virus. O forse sì e non lo abbiamo ancora capito…

Ma quello che ho compiuto a cavallo del 2019/2020 non è stato solo un viaggio fisico, ma anche uno spostamento temporale, una proiezione in un passato che sembra futuro. Avvolto da una nube di smog, da una coltre di rumori e dal silenzio dei templi buddhisti.

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Ad accogliermi all’arrivo è stata l’aria pesante, i clacson suonati a ripetizione, gli incroci intasati, i fili elettrici intrecciati in grovigli impossibili da sciogliere. E ancora, i panni stesi ovunque, la merce in vendita sui marciapiedi, i fuochi allestiti per riscaldarsi. Ma anche gli abiti rossi e viola, i volti segnati da quel punto rosso sulla fronte, le collane che sembrano rosari, i piedi scoperti, i capelli lunghi e neri, le motociclette impolverate, le strade che con la pioggia si trasformano in fiumi di fango, le impalcature di bambù e le case incomplete, i semafori che non ci sono, l’inquinamento che rende necessario l’uso di mascherine per coprire la bocca e il naso. E poi gli stupa e i templi indù, le vestizioni e i sacrifici, le preghiere pronunciate sottovoce e le campane suonate per rendere più forti le parole indirizzate agli dei e le mucche e le capre e le galline per strada, la spazzatura gettata ovunque, l’asfalto disconnesso, le pietre, la terra battuta, i ponti che si trasformano in stenditoi, le bottiglie e la plastica nei fiumi sacri, la pace all’interno dei monasteri, il caos all’esterno. Kathmandu è come uno tsunami di odori, colori, suoni. E sapori.

Un luogo al quale la mia anima si è legata indissolubilmente in quei giorni o forse era già stata lì e semplicemente ha riconosciuto un luogo conosciuto, attraverso la mano di quella sacerdotessa buddhista che mi ha trasmesso un calore che non mi ha più lasciata o attraverso quel mantra che ancora oggi mi accompagna, l’Oṃ Maṇi Padme Hūṃ. O per quelle mani giunte e quel Namasté e quello stupore verso la vita negli occhi dei sacerdoti buddhisti, in quel silenzio, nel fango e nella poggia, nel freddo e nell’acqua gialla che esce dai rubinetti degli hotel o quel freddo insopportabile nelle case di alcuni di loro, i più fortunati, che ti fanno provare abiti tradizionali che ti abbracciano non lasciandoti più.

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Un legame reso ancora più potente a pochi giorni dal mio ritorno in Italia grazie ad Apeiron l’Associazione che dal 1996 è presente in Nepal per fare la differenza nella vita delle donne del posto e dal 2020 anche in Italia: una associazione che, attraverso progetti di empowerment economico, contrasto alla violenza di genere e lotta agli stereotipi, cammina al fianco delle donne e delle giovani generazioni per costruire insieme una società più equa e inclusiva. Per questo ho deciso di dar loro voce quando possibile. Per le donne, per quel Nepal a cui sento di dover tornare, per le possibilità che l’Associazione crea, per quel filo che è diventato un FILOlibero.

Dopo molti anni e alla luce degli indubbi risultati ottenuti, lo sforzo di Apeiron oggi è quello di rendere CASANepal, la struttura di accoglienza per donne vittime di violenza e discriminazione a Kathamndu, un progetto sostenibile.

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Per farlo è stato avviato un processo volto a generare profitti che contribuiscono alle spese di gestione della struttura mediante la vendita di articoli prodotti sia da piccole realtà imprenditoriali nepalesi, che decidono di adottare un codice disciplinare di responsabilità sociale, sia all’interno di CASANepal stessa.

In questo senso assumono un particolare rilievo i corsi di formazione professionale attivati all’interno della struttura di accoglienza, che permettono alle donne di acquisire nuove abilità da utilizzare nella produzione di manufatti e artigianato i cui proventi vengono destinati ai costi vivi delle attività e ai servizi della casa rifugio.

Apeiron, consapevole del diffuso sfruttamento e dalla totale carenza di garanzie che “regolano” il mercato del lavoro in Nepal, soprattutto per le donne, si è impegnata a creare un network di imprese locali interessate ad adottare degli standard etici condivisi di produzione e lavorazione: rispetto dei diritti dei lavoratori, divieto di sfruttamento del lavoro minorile, giusta retribuzione senza discriminazione di genere.

I prodotti a marchio “Apeiron” sono confezionati sotto il severo controllo dello staff dell’associazione stessa presente in loco.

Alcuni di questi articoli vengono prodotti direttamente dalle beneficiarie di CASANepal durante la permanenza nella struttura protetta.

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Per facilitare questo processo nel 2017 è stata creata e registrata un’impresa sociale (in Nepal la figura legale è quella della non-profit company) che permette legalmente di generare profitti a copertura parziale dei costi di CASANepal, garantendone l’autosostenibilità. In un’ottica di sviluppo a favore di CASANepal e dell’autonomia individuale delle donne abbiamo preferito attività per le quali non venga richiesto un grande investimento in termini economici, così da poter essere facilmente replicabili dalle beneficiarie una volta uscite dalla struttura. Per questo sono state inserita anche attività molto semplici, adatte anche a donne con seri problemi psicologi o fisici che difficilmente sono in grado di seguire corsi di formazione professionali avanzati.

E dal 2015 è nata la collezione di capi di abbigliamento FILOlibero, interamente creati dalle mani sapienti delle sarte, utilizzando i colorati e freschi cotoni acquistati nei tipici negozietti di Kathmandu. I prodotti FILOlibero uniscono Italia e Nepal con un vero e proprio filo di solidarietà: sono stati pensati in Italia da un gruppo di donne e realizzati in Nepal da altrettante!

A partire dal 2016 la collezione FILOLibero è stata presentata in diverse occasioni sociali: eventi, fiere, sfilate in riva al mare, ed è attualmente disponibile insieme agli altri prodotti artigianali e solidali di Apeiron sul sito shop.apeironitalia.it. 

E ricordate: la mano che dà non torna mai vuota.

Namasté

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