Giornata Nazionale del Mare

Il Mar Mediterraneo uno dei più ricchi di biodiversità che va tutelata
11 Aprile 2023

L’11 aprile si celebra la Giornata Nazionale del Mare. Una ricorrenza istituita per legge nel 2017 che ha lo scopo di sensibilizzare le perone sulla conservazione e la conoscenza del mare. Una giornata particolarmente importante se si considera che siamo nel Decennio delle Nazioni Unite dedicato alle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile.

Il mare è, come sottolinea anche la Marina Militare Italiana (che da oggi fino a maggio aprirà le sue basi e unità navali alla popolazione), vita, benessere, prosperità e progresso per l’Italia, Paese che si protende sul mare con i suoi 8.000 chilometri di coste. Un mare il nostro che, nonostante corrisponda a meno dell’1% di tutta la superficie degli oceani, è considerato uno dei più ricchi di biodiversità: ospita circa 17.000 specie, il 18% di tutte le specie marine esistenti. Inoltre nel nostro mare troviamo il più alto tasso di endemismi: il 30% delle specie, infatti, sono endemiche, ovvero sono organismi che non si possono trovare in nessun’altra parte del mondo. Ad esempio, la pianta marina Posidonia oceanica, che forma enormi praterie offrendo rifugio a migliaia di specie.

Ma il Mare Nostrum, purtroppo, secondo i dati della FAO è anche uno dei mari più sovrasfruttati al mondo.

Motivo per cui sono più di 100 le specie a rischio nel Mediterraneo, ognuna delle quali ha un ruolo fondamentale all’interno dell’ecosistema e la cui scomparsa comporterebbe conseguenze drammatiche per l’ambiente e per noi.

Inoltre per l’Ispra sono oltre 240 le specie aliene identificate nelle acque marine italiane, di cui il 68% è ormai stabile lungo le nostre coste. In tutto il Mediterraneo, sono state identificate oltre mille specie aliene, di cui 618 si sono ormai stabilite. Sempre secondo l’Unep, il Mediterraneo ospita più di 17mila specie marine, che rappresentano tra il 4 e il 18% della biodiversità marina mondiale. Tra il 20 e il 30% di queste specie è endemico, ossia caratteristico di questo mare.

Un’altra criticità è quella della plastica, che rappresenta il 77% dei rifiuti marini in Italia, secondo l’Ispra. Sulle spiagge, con una media di 400 rifiuti ogni 100 metri, la situazione non è migliore. Nel Mediterraneo più del 63% delle tartarughe marine ha ingerito plastica. 

“Secondo una recente analisi ogni anno finiscono nel Mediterraneo 229mila tonnellate di plastica: è come se ogni giorno 500 container scaricassero in acqua il proprio contenuto”, evidenzia il WWF.

Ma ricordiamo che la biodiversità è sinonimo di “ricchezza della vita sulla terra”: la varietà di organismi viventi tra piante, animali e microrganismi e i complessi ecosistemi che essi costituiscono. E non dimentichiamo che il mare produce il 50% dell’ossigeno, assorbe ⅓ dell’anidride carbonica e regola il clima.

Per questo riportiamo quanto detto qualche mese fa in occasione della Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo che si celebra l’8 luglio. “Il Mediterraneo sta fronteggiando una triplice crisi planetaria da inquinamento, cambiamento climatico e perdita di biodiversità” ha dichiarato Tatjana Hema, coordinatrice del Piano d’azione per il Mediterraneo del Programma delle Nazioni unite per l’ambiente (Unep/Map), all’apertura della giornata dedicata al futuro del Mare Nostrum, all’interno della Conferenza Onu sugli oceani che si è chiusa a Lisbona lo scorso 1° luglio. Hema ha ricordato l’impegno dei Paesi del Mediterraneo sottoscritto la dicembre 2021 ad Antalya, in Turchia, che ha tracciato il percorso di Unep/Map fino al 2027. Il documento, sottoscritto da ventuno Stati più l’Unione europea, ruota attorno a quattro elementi costitutivi: una transizione verso un Mediterraneo resiliente rispetto ai cambiamenti climatici, efficiente sotto il profilo delle risorse e sostenibile; lasciare alle generazioni future un’eredità priva di inquinamento e di rifiuti; proteggere e ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi; aumentare l’ambizione di risultati comuni.