La “Camera con Svista” di Carmelo Chiloiro

Dal 13 ottobre al 10 novembre presso l'Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro la personale dell'artista tarantino. Ingresso libero
12 Ottobre 2023

di Angela Iantosca

Cosa sono i sensi? E quanti sono? E come li usiamo? E li usiamo? Ne siamo consapevoli? A volte sono lì, inutilizzati. Convivono con la nostra esistenza, nonostante non abbia sapore, odore, colori, sensazioni… A volte, invece, li usiamo, in quel poco che ci è rimasto di loro e restituiamo sapori, colori, odori, suoni alla nostra vita e a quella degli altri. Senza saperlo. Senza volerlo.

È ciò che fa Carmelo Chiloiro. Lo fa da anni. Lo faceva anche quando la vista era il suo senso, quando l’arte, la sua arte, i suoi quadri erano una trasposizione del mondo che aveva intorno e che poteva vedere: fiori, amici, cavalli.

Lo fa ora che la vista ha deciso di affievolirsi, di rendergli più complesso il cammino, ma non meno avvincente e colorato.

È in questa ombra, infatti, che i suoi colori si sono fatti più forti, come più netti i contrasti tra la luce e la non luce, tra i gialli e i blu. Per raccontare meglio qualcosa che ha dentro e che così, anche lui, riesce a vedere meglio.

Carmelo è un amico. E lo è diventato una mattina di qualche anno fa. Era il 26 dicembre. È quel giorno che mi ha raccontato cosa gli stava accadendo, restituendomi in quella sofferenza, una grande lezione: “La perdita della vista mi sta obbligando a non evitare ciò che fino ad ora ho voluto evitare. A non evitare incontri e scontri, a non evitare confronti che possono essere, anche quando non lo crediamo, motivo di crescita”.

Una crescita e una ricerca che lo accompagnano sin da bambino, quando a 9 anni per la prima volta ha cercato di replicare la Tempesta di Giovanni Fattori.

“L’attitudine alla pittura l’ho avuta sin da ragazzino. Poi, al liceo, mi sono iscritto all’Artistico, a Taranto, la mia città e lì ho cominciato a dedicarmi all’arte. Ho cominciato a dipingere in modo regolare dai 14 anni. Fino alla mia prima mostra in città all’età di 23 anni”.

IMG 20231012 WA0036

Che tecniche usavi?

“Ho cominciato con il pittorico, anche se ho fatto della grafica, per questione di studio. Sin da subito, comunque, mi sono affezionato ai colori ad olio, ancora presenti”.

Quali erano i soggetti?

“Erano soggetti figurativi. La mia città non è mai finita nei miei quadri. Ricordo un ritratto di un mio amico che era rimasto a casa di mia madre e che recentemente ho recuperato. Comunque ho sempre dipinto, anche nei momenti più complessi della mia vita. A volte, proprio per tenermene lontano, mi chiudevo in casa e dipingevo. Era come un’ancora l’arte e i pennelli non li ho mai deposti. Ma un giorno ricordo che ero così arrabbiato che lancia dalla finestra di casa tutti i miei quadri. Poi mi misi dietro la finestra ad osservare il comportamento della gente che passava: li avrebbe raccolti? Li avrebbe gettati? Ero arrabbiato, perché non mi piaceva come dipingevo, come rappresentavo”.

Cosa avresti voluto trasmettere?

“Riflettendoci ora, ti dico che avrei voluto trasmettere un senso di quiete che non avevo…”.

IMG 20231012 WA0039

Come si è evoluta la tua arte pittorica?

“I pennelli non li ho mai lasciati, ma li ho trasformati arrivando ad occuparmi di arti decorative nell’interior design. Ma a volte, la sera, anche quando ero impegnato in questo altro settore, mi dedicavo a fare dei quadri, dei dipinti, che ancora conserva mio figlio. Si trattava di arte figurativa, ma sull’astratto. Dipingevo il mondo che mi circondava. E usavo colori molto impressionisti. Ma poi uno cambia sempre: in qualche modo ti viene voglia di affrontare cose nuove man mano che passa il tempo. Fai delle serie che poi hanno bisogno di una evoluzione e metti dentro le cose che ti interessano”.

Quando un’opera la consideri terminata?

“Quando mi dà pace. Ormai ho un rapporto con i miei lavori molto vicino. Entro in sintonia con con ciò che ho fatto, altrimenti non mi do pace”.

IMG 20231011 WA0015

Acrilico su tela 150×100 2023, “Giraffe ad Istanbul”

Come è cambiata la tua arte da quando la tua vista si è affievolita?

“L’arte è sempre più libera… Quando ho cominciato ad avere delle difficoltà, cercavo comunque di fare quello che sentivo nella testa, ma non riuscivo a farlo e non mi soddisfaceva. Ora, invece, modifico con più libertà, seguo quello che sento e alla fine sulla tela c’è quello che vedi tu e non quello che vedo io”.

387864483 10229266140945408 964321781934910220 n

Cosa c’è in questa mostra “Camera con svista” che viene inaugurata il 13 ottobre a Pesaro all’Alexander Museum Palace Hotel e che rimane esposta fino al 10 novembre?

“In questa mostra la dominante è un studio sul collo e sulla giraffa. Si tratta di circa 13 tele e si nota la differenza tra la prima e l’ultima, anche nella tecnica pittorica usata. Troverete anche un ritratto di una giraffa. Ma tutte hanno lo sguardo rivolto verso l’alto o orizzontale, mai nessuna verso il basso. Nella stessa mostra troverete anche i pugili e un samurai”.

Ti senti un guerriero?

“Guerrieri bisogna sempre esserlo, nel senso di affrontare le cose. Bisogna sempre mettere davanti le cose che si devono affrontare. Per questo ho deciso di dipingere dei pugili. Anche perché credo che il pugilato sia uno sport leale. Se lo fai come combattimento, significa fronteggiare non solo le avversità, ma dietro c’è anche l’idea della competizione. Ho dipinto anche un samurai, che trovo una figura di grande forza, possanza mentale, decisionista di se stesso, un uomo di grande dignità. Sono soggetti semplici. Una particolarità è che ritorna prepotentemente il floreale, che mi è sempre piaciuto”.

Che rapporto ha con l’esposizione dei quadri?

“Molto difficile. Domani devo presentare i miei lavori e mi sto auto convincendo di essere me stesso. Non è facile. Non sono abituato a far vedere le mie cose. Non ho avuto il tempo di allenarmi. Sono arrivato a una età avanzata. Come artista ho voglia di far vedere, ma è una cosa che ho ripreso tardi”.

Come è cambiata la scelta dei colori in questa nuova fase della tua vita?

“I colori li scelgo netti, di forti contrasti, il giallo, il blu… Perché io vedo delle ombre, e da vicino la tonalità la avverto, ma ho bisogno di contrasti”.

IMG 20231012 WA0044

Acrilico su tela 150×100. 2023 “Giraffe” serie colli alti

Nei tuoi quadri c’è spesso il mare: che rapporto hai con lui?

“Adesso non riesco a farlo, perché non lo avverto più, ma in questi ultimi anni, ogni mattina, uscito di casa, guardavo l’orizzonte e osservavo la linea del mare e quella della terra. Nonostante non lo veda più la mattina, il mare è sempre presente, come lo sguardo rivolto all’orizzonte. Vivrei al mare, con una casetta dalla quale esco e metto i piedi nella sabbia”.

IMG 20231012 WA0034
Dizionario del Benessere
Insegnamenti di Consapevolezza - Roberta Busatto
Peace
MIndful Friend

RubricheVedi tutte »

I am in love with Mother Earth
Canali Aperti

Ultime News

Link

 
“Ogni respiro, ogni passo può essere riempito di pace, gioia e serenità. Basta semplicemente essere svegli, essere vivi nel momento presente”.
 
Thich Nhat Hanh