Il lavoro di Rondine, frutto di venticinque anni di esperienza, è stato al centro della terza giornata di YouTopic Fest 2023. Il Festival Internazionale sul Conflitto è entrato oggi nel vivo del tema dell’educazione alla pace, alla sostenibilità e alla cittadinanza attiva nelle scuole, nel perseguimento dell’obiettivo 4 dell’Agenda ONU 2030.
Un’educazione, quella alla pace, che è non più rinviabile e che si traduce in un miglioramento degli atteggiamenti e della cooperazione tra gli studenti, oltre a portare a una diminuzione della violenza e dei tassi di abbandono. Si tratta, infatti, di dotare i giovani di una serie di abilità e atteggiamenti multidisciplinari che si apprendono attraverso strumenti diversi, tra cui la capacità di affrontare e disinnescare la violenza attraverso una cultura – e una cura – delle relazioni.
«Di fronte al grande mercato dell’offerta formativa che cerca clienti e li strappa da un istituto all’altro – ha affermato Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace – noi diciamo che a scuola si trova sé stessi, è il luogo dove si vive l’inclusione, dove si riduce la disuguaglianza sociale. Ciò vuol dire prendere il rischio di mettersi in gioco per combattere l’incertezza e dare spazio all’immaginazione. Non si parla di un rapporto tra docenti e studenti ma di una relazione: nella relazione c’è l’elemento del dono, qualcosa che ti muove, è un atto di fiducia tra docente e studente».
Al panel dal titolo “LA SCUOLA NELL’EPOCA GLOBALE, TRA HABITAT RELAZIONALI E CITTADINANZA PRATICATA”, hanno partecipato esperti e studiosi per riflettere su come affrontare le sfide educative nel perseguimento dell’obiettivo 4 dell’Agenda ONU 2030 e su come costruire habitat educativo-formativi – tra scuola, famiglia e territorio – nella visione e performance di uno sviluppo dell’umano integrale.
Moderati dal direttore del settimanale Toscana Oggi, Domenico Mugnaini, sono intervenuti: Chiara Saraceno, Honorary fellow del Collegio Carlo Alberto di Torino e co-coordinatrice di Alleanza per l’infanzia (in videocollegamento); Maria Luisa Iavarone, professore ordinario di Pedagogia sperimentale all’Università di Napoli Partenope e presidente dell’associazione Artur, e la giovanissima Elisa Cappiello, ex studentessa del Quarto Anno Rondine e responsabile del progetto “U.S. Umanesimo a Scuola”, un progetto nato per rispondere allapovertà relazionale che ha colpito gli adolescenti nel periodo della pandemia e promuove la rinascita dell’umano all’interno della scuola.
«Il compito della scuola, in alleanza con il territorio e le famiglie – ha sintetizzato Chiara Saraceno, Honorary fellow del Collegio Carlo Alberto, Torino e co-coordinatrice di Alleanza per l’infanzia – è quello di predisporre un ambiente non percepito come estraneo o nemico, ma come favorevole allo sviluppo della potenzialità dei ragazzi nell’apprendimento».
Dunque, occorre abitare il conflitto senza averne paura, accompagnando lo sviluppo delle risorse interiori e fornendo gli strumenti necessari per affrontare la quotidianità e le sfide del Terzo Millennio: è questa la scuola integrata al Metodo Rondine, che si rigenera perché è creativa, esplorativa e collaborativa, capace di sviluppare nei giovani una nuova forma mentis di cittadini attivi, locali e globali.
Alle 11.45, si è tenuto “Sezione Rondine e sfide educative. L’impatto della sperimentazione del Metodo Rondine nelle scuole italiane”. Grazie al supporto di AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Rondine ha potuto avviare in tredici scuole italiane, dallo scorso settembre, il primo anno di sperimentazione della Sezione Rondine, il percorso attivato nelle scuole che integra la didattica con l’esperienza rigenerativa di un Metodo riconosciuto dal MIUR capace di trasformare i conflitti in occasione di crescita e rigenerazione.
«È necessario non fermarsi di fronte all’altro fuori di sé – ha dichiarato Serena Spithover, referente AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) per il progetto delle sezioni Rondine – ma cercare attraverso l’empatia ciò che l’altro porta a noi e noi portiamo all’altro, questo è uno dei valori che AICS veicola e per questo consideriamo la scuola come palestra di democrazia, una scuola che stimoli il pensiero critico, elaborando qualcosa che possa dare esperienze e condivisioni differenti. Quindi mi ha colpito questa serie di elementi che rispecchiano una visione condivisa. Oggi, a Rondine Cittadella della Pace, ho toccato con mano tutto questo».
«Quando siamo venuti a contatto con la Sezione Rondine – ha detto Claudia Maffei, dell’area educazione alla cittadinanza globale di Oxfam Italia – abbiamo trovato un percorso che già esisteva che si è rivelato terreno perfetto per far crescere insieme il lavoro nostro e di Rondine avendo la possibilità di lavorare nelle scuole di tutto il territorio italiano. Il mondo dell’educazione e dell’istruzione è infatti in evoluzione e restare al passo con i tempi vuol dire oggi supportare i docenti e a cascata gli studenti. Proprio quello che si cerca di fare attraverso Sezione Rondine dove si insegna a vedere le interconnessioni anche all’interno della didattica».
Il panel è stata occasione per presentare i risultati raggiunti e le buone pratiche messe in atto, anche attraverso le testimonianze dei dirigenti e docenti coinvolti, per confrontarsi sulle future sfide educative del triennio di sperimentazione con un “passaggio di testimone” alle nuove otto scuole di tutta Italia che attiveranno le Sezioni Rondine a partire dall’anno scolastico 2023-2024.
Saper abitare il conflitto spetta anche agli adulti. E nell’“Angolo del conflitto”, alle ore 10,45, è intervenuto Alberto Belli Paci, Pietre d’Inciampo di Milano, figlio di Liliana Segre, che ha parlato a cuore aperto della propria esperienza di confitto in un racconto personale e coinvolgente con il giornalista Sergio Valzania.
«Io sono da sempre grande sostenitore di Rondine, una realtà nella quale mi ci ritrovo tantissimo – ha detto, alla fine dell’incontro, Alberto Belli Paci, Pietre d’Inciampo di Milano, figlio di Liliana Segre –. Un po’ perché ascolto quello che dicono i ragazzi, mi interessa moltissimo il loro modo di declinare le varie problematiche, un po’ perché qui trovo molta pace e molti stimoli, allo stesso tempo. Il confronto con il ‘nemico’, ma non solo, perché alla fine è confronto con te stesso, chiarire dove vuoi arrivare, chi sei veramente e, soprattutto, trovare il modo di avere della quiete dentro di te, generata da tutta una serie di stimoli. YouTopic Fest è il coronamento degli insegnamenti che arrivano dalla capacità di generare la reazione positiva dei giovani, sia del Quarto Anno che della World House; reazione convalidata dalle personalità che vi partecipano e che portano la loro testimonianza, denotando di crederci e di avallare tutto quello che qui è studiato e generato».
Il workshop “Rondine Academy – Sviluppare habitat relazionali nel lavoro e nella vita personale” ha mostrato come il Metodo Rondine sia declinato nel contesto lavorativo e professionale, attraverso l’approccio relazionale al conflitto. È una formazione sempre più utilizzata dalle imprese e dalla Pubblica Amministrazione, che va a incidere sulla gestione e trasformazione del conflitto, sia nelle dinamiche di gruppo che nei rapporti individuali, aprendo a una nuova prospettiva relazionale e all’acquisizione di una vera e propria competenza trasversale e relazionale.
Il pomeriggio è proseguito sui temi del conflitto: quello trattato dal mondo dei Media e quello rigenerato neitratti distintivi della Città del Futuro, tra ambiente e sostenibilità.
Alle ore 15, si è tenuto il panel: “IL CONFLITTO NEI MEDIA. DA RUSSIA E UCRAINA AI CONFLITTI DIMENTICATI – Da Ucraina e Russia, uno sguardo sui conflitti armati a partire dalla costruzione dell’idea di nemico”. L’evento promosso in collaborazione con UCSI Toscana (Unione Cattolica della Stampa Italiana), si è posto come una disamina del modello dominante, fondato sull’inganno del “nemico”, con l’obiettivo di cogliere i segnali di cambiamento culturale che già sono presenti, per dar loro forza e vigore e favorirne la propagazione.
Sono intervenuti, dopo i saluti di Sara Bessi, presidente UCSI Toscana, e con la moderazione di Giacomo Gambassi, inviato di Avvenire in Ucraina, Giampiero Gramaglia, giornalista ed esperto di affari internazionale, Michele Zanzucchi, giornalista e scrittore ed Elena Testi, inviata di La7.
«In guerra la prima vittima è la verità dove si scontrano propagande contrapposte – ha detto il giornalista ed esperto di affari internazionali Giampiero Gramaglia -. Purtroppo la diplomazia nel contesto russo-ucraino avrebbe potuto avere delle chance nel primo mese di guerra. Oggi, per poter tornare ad avere speranze effettive nella diplomazia, ci dicono gli esperti di geopolitica, è necessario attendere gli esiti della cosiddetta controffensiva ucraina, di cui si sa e si capisce ancora poco. Dopo il 24 febbraio del 2022, come Occidente, abbiamo empaticamente preso le parti di chi è stato aggredito, mentre in passato, e faccio riferimento al 2003 e all’invasione dell’Irak, la stampa ha sposato la tesi dell’Occidente anche quando era l’invasore. In Occidente abbiamo infatti la presunzione che le nostre fonti siano le più affidabili. Però la responsabilità della stampa è anche quella di non sposare una tesi preconfezionata, ma di discernere tra opposte propagande, spesso molto presente anche nella parte offesa. In guerra tutti dicono bugie. Chi attacca e chi difende, chi invade e chi contrattacca. Lo vediamo banalmente nei bollettini di guerra quotidiana che riportano cifre di morti e mezzi distrutti, molto diversi».
Alle ore 17, è stata la volta del panel dal titolo “SOSTENIBILITÀ, AMBIENTE, RELAZIONE, PACE. VERSO LA CITTÀ DEL TERZO MILLENNIO – Relazioni rinnovate tra le persone, in armonia con il contesto, verso la città del futuro”. Un momento dedicato alla necessità di accelerare una transizione dell’attuale sistema verso un modello di sviluppo che sia sostenibile, in cui nuove “città di pace” possano essere promotrici di una cultura dell’umano integrale, fondate sull’incontro – e il rispetto – tra bellezza e biodiversità.
Hanno alimentato la riflessione su questi temi: Massimo Mercati, Amministratore Delegato di Aboca; Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia; Nato Kenkadze, Fondatrice di Beka’s School, della ONG International Center for Peace and Integration (ICPI) e dell’impresa sociale Generator 9.8, Rondine d’Oro, con la moderazione della giornalista Giovanna Zucconi.
Gli “Incontri con l’autore” hanno visto protagonisti la mattina, Mons. Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) e Giordano Remondi, filosofo, che hanno raccontato del libro “La strana coppia relazione e conflitto”, edito da Il Mulino, con la moderazione di Luca Collodi di Radio Vaticana. Il libro, partendo dall’esperienza di Rondine, riflette sulla cultura della relazionalità, con l’obiettivo di inquadrare il cambiamento di mentalità del Metodo Rondine nell’approccio al conflitto. Nel dialogo tra gli autori è emersa dunque una ridefinizione della relazione come legame stabile, basato sulla fiducia tra persone capaci di riconoscere l’esperienza conflittuale durante il tempo di cura reciproca.
Sempre negli “Incontri con l’autore”, alle 11.45, è stata la volta di Valentina Rotondi, che ha parlato del suo “Manuale di pubblica felicità”, insieme a Romano Cappelletto, Ufficio stampa delle Edizioni Paoline.
Valentina Brocchi, Responsabile Relazioni Internazionali di Rondine Cittadella della Pace ha invece moderato l’incontro del pomeriggio con Laura Guercio, autrice di “Le donne e i conflitti armati” e “Donne, pace e sicurezza tra essere e dover essere”, entrambi editi da Franco Angeli.
Negli appuntamenti pomeridiani dell’Angolo del Conflitto, Sergio Valzania ha incontrato Maryan Ismail, docente di Antropologia dell’immigrazione, Valentina Marchei, atleta olimpica di pattinaggio e manager nell’organizzazione di grandi eventi sportivi, e l’amatissimo direttore d’orchestra Giuseppe Vessicchio.
Tanti i Workshop e Laboratori che si sono inoltre svolti nel corso della giornata.
Tra questi, ha riscosso grande successo di pubblico, la tavola rotonda interattiva dal titolo “The Economy of Francesco. Un glossario per riparare il linguaggio dell’economia”, a cui hanno preso parte alcuni degli autori e autrici del volume “The Economy of Francesco: un glossario per riparare il linguaggio dell’economia” a cura di Stefano Rozzoni e Plinio Limata (Città Nuova, 2022).
Spazio anche alla musica e alla creatività per i più piccoli, con il Laboratorio di musica sensoriale che, a partire dalle ore 17, ha proposto due attività per due fasce d’età (6-10 e 11-15), per consentire ai bambini e ai ragazzi di dare un volto alla musica, “rotolarsi” nel suono, dipingere con la melodia e indossare il ritmo.
Nel tardo pomeriggio, alle ore 18, “A(I) and I”, un’indagine sul rapporto tra uomo, natura e intelligenza artificiale: un percorso immersivo che, a partire da un video realizzato dai ragazzi del Quarto Anno Rondine, si è proposto di affrontare il tema dell’intelligenza artificiale attraverso diverse lenti di lettura ma con un focus sulla fragilità umana.
“Disarmarsi”, invece, è stato il workshop durante il quale i partecipanti hanno avuto l’opportunità di incontrarsi: un invito a fidarsi, a muoversi alla ricerca dell’armonia attraverso varie pratiche della psicologia sociale e della mindfulness, nella suggestiva atmosfera del borgo di Rondine, immerso nel verde della riserva naturale di Ponte Buriano.
La serata ha dato il via alle danze, dalle ore 21, con il concerto dei The Shalalalas e un gran finale di giornata all’insegna di YouTopic Music.
Nei giorni di YouTopic Fest ha fatto visita al borgo di Rondine, tra gli altri, anche Carolina Cucinelli, di Sviluppo Arte e Cultura per la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli e Ambassador di Rondine, che è intervenuta sul tema “Il Conflitto è arte, Linguaggi universali per accordare le differenze e costruire la relazione”: «Rondine è una parte importante della mia vita. L’amicizia che lega me e la mia famiglia a questa realtà è di lunga data. È stato importante visitare questi luoghi e viverli. Mi ha permesso di vedere come l’affrontare il conflitto possa diventare qualcosa di importante per raggiungere uno scopo più alto, quale la pace. Avere la possibilità di incontrare persone che raccontano le proprie storie, che parlano anche di tanta violenza e tristezza e vedere come questi ragazzi riescono a raccontarle e farle diventare spunti per migliorare la società, è una cosa bellissima. Sono estremamente onorata di aver partecipato a YouTopic Fest». E riferendosi ai contenuti del panel nel quale ha preso parte ha affermato: «Abbiamo parlato dell’arte e di come può diventare un linguaggio che non ha barriere, che tutti possono comprendere e che unisce. Questo è un aspetto importante anche per le nuove generazioni: pensare che l’arte diventi uno strumento per imparare e per capire che non c’è bisogno di attaccare le persone e i pensieri contrastanti, ma accettarli e comprenderli. C’è una canzone di Mannarino che mi colpisce sempre e che trovo particolarmente adatta al contesto di Rondine: “Con diverse scarpe puoi cambiare strada, cambiando strada puoi cambiare idee e con le idee puoi cambiare il mondo. Ma il mondo non cambia spesso, allora la vera rivoluzione sarà cambiare te stesso”. Noi per primi, riuscendo ad appianare le divergenze di tutti i giorni e trasmettendo questo messaggio, abbiamo la possibilità di lasciare un mondo migliore per chi verrà dopo di noi».