Frate Alberto Maggi: “Possiamo liberare nuove energie d’amore, di perdono e di compassione”

L'intervista di Luce Tommasi per Vivere Naturale Mindful Magazine
23 Marzo 2022
178227 444562752269089 654830861 o

Guerra e pace. Due parole che, mai come in questi drammatici giorni, risuonano nei nostri pensieri e nei nostri cuori. L’ansia aumenta, di ora in ora, insieme alle tragiche immagini diffuse dai mass media e dai social network. Ne sa qualcosa Frate Alberto Maggi, teologo e biblista, fondatore del Centro Studi Biblici “Giovanni Vannucci” di Montefano, in provincia di Macerata. A lui arrivano continuamente messaggi di persone smarrite, che chiedono parole di conforto e di speranza. Una prima risposta è arrivata dalla ripresa degli incontri che mensilmente il Centro Studi marchigiano organizza per approfondire la conoscenza del Vangelo. “Testo che – come dice Frate Alberto – non è una cronaca, ma una teologia e in questa ottica deve essere letto”. E se dunque il Vangelo non invecchia, ecco che da una corretta lettura possono arrivare alcune indicazioni per illuminare il buio di questi giorni. La parola dunque a Frate Maggi, che ha accettato di rispondere alle nostre domande. 

Come dare speranza a tutti noi?

Proprio mentre stavamo sollevando il capo dopo una lunga pandemia e stavamo vedendo un barlume di vita, è arrivata la catastrofe della guerra. E molte persone sono cadute nell’ansia, nell’angoscia, nella disperazione. Cosa fare? Come credente, mi fido delle parole di Gesù. Alla fine del capitolo 16 del Vangelo di Giovanni, c’è un’affermazione che sconvolge per la sua stranezza. Gesù, dopo aver annunciato persecuzioni ed odio, dice ai suoi discepoli: “Coraggio, io ho vinto il mondo”. Non ha detto: “Io vincerò il mondo”, ma ha parlato al passato. Come ha fatto ad usare un’espressione del genere, quando poco dopo sarebbe stato arrestato, umiliato e torturato, come un criminale? Perché Gesù – e come lui anche noi – se ci poniamo a fianco della vita, della verità e della luce, siamo già più che vincitori su ogni forma di menzogna, di morte e di tenebra. Ecco perché Gesù dice: “Coraggio, io ho vinto il mondo”. Questa è la nostra forza. Si tratta di indicazioni preziose per vivere i giorni difficili che stiamo attraversando. 

Quindi, stando all’insegnamento del Vangelo, i credenti non si devono preoccupare? 

241412939 2075029699303187 337749435483869730 n
Luce Tommasi e Alberto Maggi

Non ci dobbiamo preoccupare, ma pensare che arriverà sempre qualcosa di buono, aldilà del brutto momento che stiamo vivendo. Gesù dice con insistenza nel Vangelo: “Non preoccupatevi”. Il che non significa: non occupiamoci. E sempre per riprendere le sue parole, quando Gesù risorto appare ai discepoli – che stanno nascosti a porte chiuse per paura di fare la sua stessa fine – dice come prima parola: “Pace a voi”. Questo non è un augurio, ma un dono perché Gesù non dice: “La pace sia con voi”. La parola “pace”, nel mondo ebraico, indica tutto quello che concorre alla pienezza di vita della persona. E quelle di Gesù non sono solo parole perché, dopo aver donato la pace, fa vedere le mani che portano il segno dei chiodi e della morte. Insomma vuole fare capire ai discepoli che l’aver dato la vita, quando avrebbe potuto mettersi in salvo, non è stato il gesto eroico di un momento, ma continua per sempre. E questo significa: “Di che cosa vi volete preoccupare? Io sono sempre responsabile della vostra vita”. Ecco da dove arriva la nostra forza di non preoccuparci. Di occuparci sì, ma di preoccuparci no. 

Dunque bisogna essere positivi con l’altro, anche se l’altro è distante da noi? 

Sì, bisogna essere positivi. E anche se ci troviamo impotenti di fronte ad una guerra, qualcosa però possiamo fare. Poiché Gesù ci assicura che la luce splende nelle tenebre, possiamo liberare nuove energie d’amore, di perdono e di compassione. E anche se noi non siamo in guerra con qualcuno, può darsi però che qualcuno sia in guerra con noi. Cosa fare? Rispondiamo con altrettanta violenza, innescando dinamiche di male? Oppure lasciamo perdere? Se lasciamo perdere, probabilmente ci rimettiamo, ma non si tratta di rimetterci, ma di guadagnare perché acquistiamo in serenità e libertà. Lo dice Gesù stesso: “Se qualcuno ti fa la guerra e vuole prenderti il mantello, tu dagli pure la tunica”. Il che significa che soltanto cosi tu sarai più libero e l’altro più impacciato proprio a causa di ciò che ti ha preso. E in questo modo avrai contribuito ad alimentare la luce che splende nelle tenebre.

Viene comunque da chiedersi, in questa situazione, Dio dov’è? 

Tutto dipende dal Dio in cui crediamo. Il Padre di Gesù è un Dio d’amore. Lui non può cambiare le situazioni della vita e quando Gesù gli chiede, nell’orto del Getsemani, di allontanare le tenebre, il Padre resta in un silenzio totale. Dio non può cambiare gli aspetti della vita, ma dare all’uomo la sua stessa forza per viverli e superarli. 

Lei ha scritto sul suo profilo Facebook che “nella Bibbia il termine guerra compare 264 volte, ma pace 353, quasi cento di più e Gesù proclama beati i costruttori di pace (Mt 5,9): la strada da percorrere è già tracciata ed è quella vincitrice”. Vada avanti

Nei libri più antichi della Bibbia, come nel secondo libro di Samuele, si legge un’espressione strana. Si dice che, l’inizio dell’anno, con il preciso riferimento alla primavera, era il tempo per andare in guerra. Guerra che non si scatenava per problemi di difesa o di conquista, ma che veniva considerata un fatto normale quando cominciava la buona stagione. E anche se i profeti facevano sentire la loro voce, invitando a trasformare le lance in attrezzi per l’agricoltura, non venivano ascoltati. L’umanità ha un cammino lento e Gesù parla in proposito di dolori del parto per affermare che noi ci realizziamo come figli di Dio, man mano che la storia va avanti e matura la coscienza della dignità della persona e del creato. Potrà sembrare strano soffermarsi su alcuni aspetti della tragedia di questi giorni, ma c’è un particolare che colpisce nelle immagini delle persone in fuga: vedere che portano con sé i loro animali domestici, il loro gattino, il loro cagnolino. Un fatto che non si era mai visto prima. Qualcuno mi potrebbe chiedere per quale motivo mi soffermo su cose come queste. Rispondo che, anche grazie a tali comportamenti, si comprende che è stata acquisita la coscienza della dignità, non soltanto del valore dell’uomo, ma di tutto il creato. Cito San Paolo quando dice che “la creazione geme nell’impazienza che ci realizziamo come figli di Dio”. E allora noi siamo invitati a realizzarci nella pienezza della dignità e del riconoscimento dell’umanità, non solo delle persone, ma di tutto il creato. È una strada lunga, ma – come ha detto Gesù – siamo più che vincitori.

Il Papa, parlando della guerra, ha usato giorno dopo giorno, espressioni forti, definendola una pazzia, un massacro insensato, un atto ripugnante, disumano e sacrilego. In una parola, Bergoglio ha detto che la guerra è l’anti-creazione e che chi fa la guerra dimentica l’umanità. 

Papa Francesco sta dando tutto se stesso con passione in questo momento drammatico che nessuno si sarebbe aspettato. E quindi siamo con lui, ma come possiamo aiutarlo? Il cammino inarrestabile dell’umanità è verso una condizione sempre più umana, e più si è umani e più si realizza il progetto del Creatore di un uomo nuovo. Chi fa la guerra non è solo un barbaro, ma semplicemente un vecchio. 

o71j6lVR 400x400
Luce Tommasi
Dizionario del Benessere
Insegnamenti di Consapevolezza - Roberta Busatto
Peace
MIndful Friend

RubricheVedi tutte »

I am in love with Mother Earth
Canali Aperti

Ultime News

Link

 
“Ogni respiro, ogni passo può essere riempito di pace, gioia e serenità. Basta semplicemente essere svegli, essere vivi nel momento presente”.
 
Thich Nhat Hanh