In Europa, il mezzo di trasporto principale è l’auto. Tuttavia, per i loro spostamenti quotidiani, gli europei utilizzano anche modalità di spostamento alternative. Il 66% si sposta regolarmente a piedi (69% degli italiani) e il 22% (dato stabile rispetto al 2022) utilizza regolarmente la bicicletta (18%). L’8% utilizza regolarmente un veicolo a due ruote a motore (8%) e il 4% utilizza un monopattino o un hoverboard (4%).
Dato poco sorprendente, la percentuale più elevata di ciclisti abituali è raggiunta dagli olandesi (58%), seguiti a notevole distanza da belgi (28%), polacchi (27%) e tedeschi (26%). I francesi si piazzano all’8o posto, a pari merito con i greci (su 11 paesi europei analizzati) (13%), subito davanti a britannici (10%) e spagnoli (9%).
Per quanto riguarda gli spostamenti a piedi, sono gli spagnoli a praticarli di più (78%) e i belgi di meno (50%).
Qualunque sia la modalità di spostamento, la convivenza con gli altri utenti della strada è fonte di ansia e tensione.
All’interno di uno spazio pubblico congestionato, la compresenza di diverse modalità di spostamento (automobile, due ruote a motore, biciclette e spostamento a piedi), così come il variare dei rispettivi spazi, rendono complessa e spesso difficile la convivenza tra chi circola.
La stragrande maggioranza degli utenti percepisce la strada come uno spazio particolarmente ansiogeno.
Tale preoccupazione può essere legata a comportamenti a rischio da parte di altri utenti. Questo è quanto dichiara il 93% degli utenti totali (98%) e nello specifico:
- il 92% degli automobilisti (97%);
- l’88% dei ciclisti abituali (87%);
- l’87% dei motociclisti (94%).
Anche i pedoni risentono molto dei comportamenti a rischio di chi guida. L’89% di loro, infatti, ha paura che un automobilista non si fermi per lasciarli passare quando si trovano sulle strisce pedonali (91%).
La paura dell’aggressività è sottolineata anche da gran parte degli altri utenti: dichiarano, infatti, di provare timore l’84% degli automobilisti (86%), l’82% dei motociclisti (83%) e il 78% dei ciclisti (85%).
La riluttanza alla condivisione della strada e, per alcuni, anche la sensazione di pericolo sono all’origine di una generalizzata mancanza di rispetto degli spazi riservati ad altre categorie di utenti.
Lo sviluppo delle città e delle reti stradali deve garantire una coesistenza armoniosa tra le diverse modalità di trasporto, adattandosi ai cambiamenti della mobilità. Anche in ambienti congestionati è fondamentale garantire il rispetto degli spazi riservati agli utenti più vulnerabili. Tuttavia, la mancanza di spazio, la densità del traffico o semplicemente la ricerca di maggiore sicurezza sono tutti motivi che spingono a invadere gli spazi riservati agli altri utenti della strada, anche a costo di metterli in pericolo. Ogni tipologia di utente confessa specifici comportamenti scorretti:
- Marciapiedi: troppo spesso occupati da ciclisti e motociclisti a scapito dei pedoni
I marciapiedi sono spazi riservati ai pedoni. Tuttavia, motociclisti e ciclisti hanno una forte tendenza a utilizzarli per parcheggiare (61% dei motociclisti; 56%) o per circolarvi (45% dei motociclisti; 40% e 72% dei ciclisti abituali; 65%). Quest’occupazione impropria dello spazio costituisce un pericolo per i pedoni, il 64% dei quali dichiara di essere già stato sfiorato da una bicicletta, un monopattino o un hoverboard mentre camminava su un marciapiede (71%).
- Linee di arresto dedicate e piste ciclabili: quando la tutela dei ciclisti è ignorata
Sebbene le linee di arresto stradale avanzate in prossimità dei semafori siano riservate ai ciclisti per consentire loro di posizionarsi davanti ai veicoli agli incroci semaforici, in modo da vedere ed essere visti meglio, il 57% dei motociclisti (57%) e il 26% degli automobilisti (23%) confessa di occupare comunque questi spazi. Anche le piste ciclabili sono soggette a uso improprio da parte dei conducenti di veicoli motorizzati a due o più ruote: il 50% dei motociclisti confessa di percorrerle (47%) e il 18% degli automobilisti le utilizza per soste o fermate (15%).
- Sosta e corsie riservate: comportamenti inappropriati e pericolosi da parte degli automobilisti
Spesso percepite come prive di conseguenze, le libertà che gli automobilisti si prendono rispetto al codice della strada possono avere gravi conseguenze per gli utenti vulnerabili. Il 32% degli automobilisti, infatti, confessa di parcheggiare regolarmente in doppia fila (35%), il 21% di percorrere le corsie riservate agli autobus (18%), il 14% di utilizzare spazi riservati ai disabili (14%) e il 15% di occupare spazi dedicati ai veicoli elettrici (16%). Altro segno di indifferenza verso i ciclisti, il 36% degli automobilisti confessa di aprire la portiera senza controllare che non ve ne siano nelle vicinanze (33%).
I comportamenti a rischio e il mancato rispetto delle norme basilari del codice della strada riguardano tutte le categorie di utenti.
Nonostante l’uso del telefono sia riconosciuto come una delle principali fonti di distrazione e causa di numerosi incidenti, più della metà di automobilisti, motociclisti e pedoni telefona mentre guida o cammina:
- 66% degli automobilisti (72%);
- 57% dei pedoni (58%);
- 50% dei motociclisti abituali (59%);
- 34% dei ciclisti abituali (38%).
Il mancato rispetto del semaforo rosso, oppure dell’“omino” rosso per i pedoni, può essere fatale per se stessi e per gli altri utenti della strada. Tuttavia, quest’infrazione è confessata da numerosi conducenti, ciclisti e pedoni. Nello specifico:
- il 63% degli automobilisti confessa di passare con il semaforo arancione o rosso (55%);
- il 37% dei ciclisti abituali confessa di farlo anche in situazioni in cui ciò non è autorizzato dalla segnaletica (35%);
- il 56% dei pedoni confessa di attraversare quando il proprio simbolo è rosso (43%) e l’85% di attraversare talvolta al di fuori degli attraversamenti protetti (79%).
Anche il mancato utilizzo della freccia per sorpassare o cambiare direzione, comportamento che riguarda più di 1 conducente su 2 (52%; 51%), è indice di individualismo e indifferenza verso gli altri utenti della strada.
Utilizzare diverse modalità di spostamento aumenta il rispetto verso gli altri utenti della strada?
Utilizzare diverse modalità di spostamento serve anche a mettersi nei panni dell’altro e comprenderne limiti e vulnerabilità. Il 63% dei conducenti europei utilizza almeno una modalità di spostamento diversa dal camminare: due ruote a motore, bicicletta, monopattino, ecc. (65% degli italiani, 85% degli olandesi e 39% dei britannici). Ebbene, il 73% di questi “utenti multipli” dichiara di mostrare maggiore prudenza nei confronti degli altri utenti della strada (controllo degli angoli ciechi, rispetto delle piste ciclabili e dei posti riservati ai disabili, controllo prima dell’apertura della portiera, ecc.) (73%).
Tra gli automobilisti che usano regolarmente la bicicletta, il 39% ritiene di rispettare maggiormente la segnaletica rispetto a quando è in auto (62%) e il 64% ritiene che un percorso in bicicletta richieda maggiore attenzione rispetto a uno in auto (79%).
FOCUS sull’utilizzo della bicicletta
In Europa, va in bicicletta con regolarità un numero di donne leggermente inferiore rispetto a quello degli uomini: (20% contro 25%; 15% contro 23%). Per quanto riguarda, invece, l’utilizzo occasionale della bicicletta, questo divario si assottiglia (38% contro41%; 45% contro 44%).
La sensazione di sicurezza in bicicletta, che rappresenta un fattore importante per la sua diffusione, varia notevolmente a seconda del paese. Se in media, in Europa, l’80% dei ciclisti si sente sicuro quando si sposta in bicicletta, tale percentuale passa dal 93% per gli olandesi al 62% per gli italiani e addirittura al 60% per i francesi (ben 33 punti percentuali di differenza!). Questi ultimi, infatti, sono quelli che si sentono meno sicuri tra i cittadini degli 11 paesi analizzati.
Uso del casco
Per gli adulti, l’uso del casco in bicicletta non è obbligatorio in nessuno dei paesi oggetto del sondaggio, fatta eccezione per la Spagna, dove è consigliato nelle aree urbane e obbligatorio in quelle extra-urbane. In Europa, il 28% dei ciclisti abituali lo indossa frequentemente (35%); a indossarlo di più sono i ciclisti inglesi (60%) e spagnoli (51%), mentre i ciclisti olandesi sono quelli che lo indossano meno (8%).
Angolo cieco
Nelle aree urbane, molto spesso, a esporre i ciclisti ai maggiori rischi è la scarsa attenzione all’angolo cieco da parte dei conducenti dei mezzi pesanti (camion, autobus e pullman) oppure da parte dei ciclisti stessi. Il 52% dei ciclisti (39%) dichiara, infatti, di sorpassare autobus e camion sulla destra e al tempo stesso di prestare attenzione agli angoli ciechi.
Circolazione notturna senza dispositivi di illuminazione
Quando si circola in bicicletta di notte, è necessario essere ben visibili, in modo da tutelare la propria sicurezza ed evitare di sorprendere gli altri utenti della strada. Tuttavia, questa fondamentale misura di sicurezza è ancora trascurata dal 28% dei ciclisti abituali europei (28%).